Il cioccolato

“Provoca più adrenalina un pezzo di cioccolato che un bacio sensuale!”…

È questo il risultato emerso da una ricerca inglese condotta su alcune coppie di giovani!

Quando si scioglie in bocca il cioccolato provoca un grande piacere sia al corpo che al cervello e gli effetti positivi si apprezzano in maniera ancora più marcata se il cioccolato si lascia sciogliere sulla lingua: il battito cardiaco raddoppia rispetto al normale e aumenta l’attività cerebrale!



Andiamo allora a scoprire, analizzando le sostanze in esso contenute, i motivi per cui il cioccolato scatena in noi sensazioni così forti e piacevoli!















Il cacao è un albero che cresce spontaneamente nelle foreste dell'Amazzonia, viene coltivato soprattutto nell'America centro-meridionale e nell'Africa tropicale.

I suoi semi, chiamati cabosse, hanno un sapore molto amaro: per essere resi commestibili vengono lasciati fermentare per qualche tempo, per facilitare il distacco della polpa dal guscio, vengono poi tostati (in modo simile ai semi di caffè) e macinati, ottenendo la pasta di cacao.


Dalla pasta di cacao si separa una sostanza grassa dal colore bianco giallastro, il burro di cacao, e il pannello, che viene polverizzato per ottenere cacao in polvere. Quest'ultimo può essere ulteriormente sgrassato ottenendo il cacao magro.

Per separare il burro di cacao si filtra la massa di cacao in pressione attraverso setacci con trama molto fitta.
Il cacao in polvere utilizzato in cucina deve essere reso solubile per essere facilmente disciolto nelle bevande, negli impasti delle torte, ecc, per questo viene trattato con prodotti alcalini (bicarbonato di sodio) oppure con il vapore.



Diversi tipi di cioccolato


Cioccolato al latte
Questo tipo di cioccolato si ottiene con l'aggiunta di latte in polvere. È caratterizzato da un sapore più dolce e cremoso rispetto al cioccolato fondente, ma non può sostituirlo nella preparazione di ricette da forno, in quanto il suo contenuto di cacao è inferiore. Quando lo si fonde occorre prestare particolare attenzione, perché è molto sensibile al calore.


Cioccolato fondente
Questo cioccolato contiene solo pasta di cacao, burro di cacao, zucchero, vaniglia e, a volte, lecitina
(un emulsionante) in quantitativi variabili. Le normative che regolano la produzione di questo tipo di cioccolato variano da paese a paese, determinando una grande varietà di prodotti. In Europa la percentuale di cacao è in media del 35%. I migliori risultati in cucina si ottengono quando si impiega del cioccolato con un contenuto di cacao del 50%.

Cioccolato amaro
È conosciuto anche come cioccolato dei "pasticcieri" e si ottiene miscelando solo pasta di cacao con burro di cacao. Non contiene zucchero né altri aromi e il suo sapore è amaro e intenso. Viene impiegato nella preparazione di dolci al cioccolato, mai consumato da solo. Nella realizzazione di prodotti da forno, 30 g di questo cioccolato possono essere sostituiti con 20 g di cacao amaro e 15 g di burro. Anche la dose di zucchero della ricetta dovrà essere adattata di conseguenza.


Cioccolato bianco
Se si volesse essere precisi il cioccolato bianco non potrebbe tecnicamente essere definito con questo nome, poiché non contiene cacao. Si tratta di un prodotto commerciale, ottenuto miscelando solo burro di cacao, latte e zucchero. il cioccolato bianco è ormai largamente utilizzato nella preparazione di mousse, dolci e salse. Come il cioccolato al latte, anche quello bianco è molto sensibile al calore, pertanto occorre prestare particolare attenzione quando lo si fonde. E' consigliabile utilizzare una bastardella, o una ciotola posta a bagnomaria, mantenendo la temperatura tra 110~120C.


Valori nutrizionali del cioccolato


Tabella 1 Tabella2

Confronto tra la composizione chimica del cioccolato al latte (tab.1) e cioccolato fondente (tab.2)


I valori nutrizionali del cioccolato dipendono dalla percentuale di cacao in esso presente e comunque non si discostano molto dalle 550 kcal per 100 g, a prescindere dal tipo. La percentuale di carboidrati varia dal 35% del cioccolato fondente con il 75% e oltre di cacao, al 50% dl cioccolato al latte; i grassi variano rispettivamente dal 30 al 40%, i carboidrati dal 35 al 50%.

la differenza più rilevante che si può evidenziare confrontando i 2 prodotti è il contenuto di colesterolo: il cioccolato fondente ne è privo proprio perché non contiene latte! È anche più elevato il contenuto di fibra!

Piccole dosi di cacao contribuiscono a elevare il colesterolo buono; gli antiossidanti che contiene, a loro volta, preservano dalla formazione della placca arteriosclerotica. Da diversi anni si sa che il cioccolato non causa acne, non dà assuefazione, né è da criminalizzare per la formazione della


Le virtù del cioccolato…

Riporto di seguito alcuni studi effettuati sul cioccolato che ne esaltano gli effetti positivi!

Le analisi chimiche del cacao hanno rilevato che i suoi semi sono molto ricchi di antiossidanti di natura fenolica. Queste molecole, tuttavia, non svolgono solo un’azione antiossidante, ma il loro raggio di attività si espande a raggiungere l’inibizione delle piastrine (coinvolte nella formazione di trombi) e dei leucociti (coinvolti nei processi infiammatori) fino al mantenimento di un tono vascolare ottimale.

E’ importante sottolineare che le attività biologiche del cacao sono state dimostrate direttamente nell’uomo (oltre che in provetta o nelle cellule in coltura), rafforzando quindi l’idea che nell’ambito di una dieta variata, che comprenda un buona percentuale di alimenti di origine vegetale, il cioccolato possa contribuire in modo significativo alla prevenzione di patologie degenerative quali l’aterosclerosi.

Tra i più recenti studi effettuati, quello condotto dall’Università di Nottingham ha dimostrato come il consumo di cioccolato ricco di antiossidanti inibisca l’attivazione di cellule (leucociti) coinvolte nei processi dell’infiammazione. Un altro gruppo di studio dell’Università di Davis ha condotto varie sperimentazioni nel corso degli ultimi anni dimostrando che il cacao è in grado di inibire l’attivazione delle piastrine, cellule utili al rimarginamento delle ferite, ma la cui attivazione all’interno dei vasi provoca la formazione dei trombi. Un altro lavoro scientifico che ha suscitato clamore alla sua pubblicazione è stato quello dell’Università di Dusseldorf, nel quale i ricercatori hanno dimostrato come l’ingestione di una tazza di cioccolato amaro migliori la risposta vascolare (l’elasticità delle arterie) in soggetti fumatori o in pazienti con disfunzione endoteliale (la fase iniziale di irrigidimento dei vasi che spesso anticipa i fenomeni dell’aterosclerosi).

Il contenuto in acidi grassi saturi del cioccolato fa sì che il suo consumo venga spesso associato ad un aumento del rischio cardiovascolare. Tuttavia, gli studi più recenti su questo alimento condotti nell’uomo hanno dimostrato come il cioccolato abbia invece effetti positivi su alcuni meccanismi patogenetici correlati al rischio cardiovascolare, quali quelli associati alla funzione vascolare e alla pressione arteriosa.

Studi condotti all’Università di Scranton hanno messo in evidenza come il cioccolato contribuisca in misura significativa all’apporto alimentare di antiossidanti nella popolazione occidentale. Uno studio ha dimostrato che l’epicatechina (uno dei componenti principali della frazione polifenolica del cioccolato e dei suoi estratti) inibisce in modo molto efficace l’ossidazione del plasma, grazie alla sua capacità di legarsi alle lipoproteine a bassa densità (LDL). Dopo il consumo di cioccolato fondente o cacao in polvere, le LDL isolate dal plasma di volontari sani si sono mostrate infatti più resistenti all’ossidazione di quelle di volontari a cui è stato fatto consumare solo burro di cacao.

Infine per uscire dall’ambito cardiovascolare, lo stesso gruppo dell' Università di Dusseldorf ha dimostrato come il consumo di cacao protegga la pelle dal danno indotto dai raggi UV, migliorandone lo stato di idratazione e prevenendo la comparsa di eritemi.

All’interno di una dieta equilibrata, quindi, il cacao e i suoi derivati trovano una naturale ed opportuna collocazione: consumati in quantità adeguate contribuiscono all’apporto quotidiano di oligonutrienti dotati di comprovate attività biologica e fisiologica.

Il cioccolato, specificamente, può rappresentare un veicolo gradevolissimo per consumare i polifenoli antiossidanti, che di per sé sono molto amari, e non a tutti graditi.

Spezzatino di seitan con taccole al sugo

Tratto dal post "Taccole... idee?"

Puccymon:

ragazzi ho fatto lo spezzatino di seitan con le taccole al sugo.
Ho fatto sofriggere una cipolla rossa, tagliata grossolanamente, e aglio con un pò di vino bianco e acqua, poi ho aggiunto le taccole a pezzetti, sale e pepe e un mestolo d'acqua e fatto cuocere. Poi 4 cucchiai di passata di pomodoro, un pò di origano fresco e il seitan a dadini.

guardate qua Laughing


scusate ma sono troppo carica, il seitan l'abbiamo fatto noi con la farina integrale, e cotto come spiegato nelle indicazioni di Vera. Era a dir poco ottimo!
troppo felice, quando i piatti spariscono alla svelta vuol dire che piacciono anche agli altri Wink




Crema di cavolfiore al pomodoro

Ingredienti per due:
1 cavolfiore piccolo già lessato
salsa di pomodoro
1 dado alle verdure (che lo sia davvero) e senza glutammato
olio, sale, aglio e pepe q.b.

In una padella mettere a soffriggere l'aglio, poi versare la salsa di pomodoro e il dado.
A parte frullare il cavolfiore, quindi unire la crema ottenuta al sugo. Salare, pepare e lasciare a intiepidire per qualche minuto.

Facile, semplice e molto buona. Un grazie al papi mio che l'ha realizzata. Yo-YoYo-Yo

Riso Saltato con Cavoli

Il riso è il cereale che adoro in assoluto, non per motivi religiosi ;) ma perché mi piace proprio.

Il riso integrale lo preparo solitamente in pentola pressione, rispettando la proporzione di 1 a 2 (una tazza di riso e due di acqua). Nella pentola a pressione metto l'acqua e porto a bollore. A questo punto inserisco lo spargifiamma, unisco sale integrale e il riso. Chiudo la pentola e punto il timer a 45 minuti. Passato il tempo spengo il fornello e attendo che la pentola sfiati da sola.
Vedrete che preparato così il riso presenterà la cottura ideale e i grani saranno ben separati.



Riso integrale già cotto
Cavolo nero
1/2 cavolo verza
Un cucchiaio di olio di sesamo spremuto a freddo
Un pizzico di sale integrale marino
Semi di girasole tostati

Lavare la verdura.
Dal cavolo nero tagliere le parte centrale e mettetela da parte. Stavolta io l'ho usata in un'altra preparazione, più precisamente per arricchire un minestrone, ma potete anche tagliarla finemente e unire in padella. Tagliare le foglie del cavolo nero, possibilmente seguendo con la lama la linea obliqua delle nervature. Prendere il cavolo verza e tagliarlo finemente. In una padella aggiungere l'olio di sesamo, e una volta riscaldato, unire i cavoli.
Mescolare di tanto in tanto facendo attenzione che non si bruci e sempre più frequentemente. Lasciare cuocere per circa 15 minuti, aggiungere il sale, mescolare bene e coprire abbassando la fiamma.
Passati due minuti, alzare la fiamma e unire il riso, saltare assieme verdure e cereale per qualche minuto.
Servire caldo guarnito con semi di girasole tostati.

I cavoli preparati così sono ottimi anche per accompagnare il tempeh o altre proteine vegetali, inoltre sono fantastici sulla pizza (per me senza pomodoro)

Menù della domenica - Involtini di verza

Ultimamente la domenica cucino io. Di solito preparo o un primo o un secondo e sempre piatti semplici. Domenica scorsa invece, complice una mezza verza che stava per tirare le cuoia, ho deciso di fare qualcosa di più "elaborato", quindi mi sono lanciata nella preparazione di involtini di verza con bruschette e maionese di carote. La ricetta della maionese di carote, facile e buonissima, l'ho presa qui, le bruschette, beh, pane a fette strofinato con aglio e passato in forno.
La ricetta degli involtini invece è una mia creazione originale, un'improvvisazione post natalizia dovuta al fatto di avere ospiti e indovinate? Esatto, una verza che rischiava di essere buttata! Oh, non è che offro verdura marcia, semplicemente era un po' moscia!


Ingredienti per 2 persone (= 4 involtini):

Mezza verza;
Patate, direi un paio di medie dimensioni. Io ne ho usate una decina ma fate conto che erano sì splendide patate bianche casalinghe, ma minuscole!
35 g di pinoli;
35 g di noci;
Aglio 1 spicchio;
Vino bianco;
Olio, sale e pepe q.b.

Procedimento:

Pulire la verza e mettere da parte 4 foglie grosse, quindi tagliare il rimanente a striscioline. Far soffriggere in padella l'aglio schiacciato, poi unire la verza, mezzo bicchiere di vino e uno di acqua e lasciar cuocere per una ventina di minuti.
A parte lessare le patate e sbollentare le foglie intere.

Tirate fuori il robot da cucina e frullare pinoli e noci, aggiungendo poi la verza e infine le patate, quindi regolate sale e pepe. Mettete il composto nelle foglie grandi e avvolgete l'involtino. Disponete in una teglia, versate un filo di olio e infornate 20 minuti a 180°C

Buon Appetito!!

La Cobalamina o Vitamina B12

La vitamina B12, idrosolubile, è la prima sostanza contenente cobalto, rivelatasi essenziale per la longevità ed è l’unica vitamina che contiene elementi minerali essenziali. Il colore rosso scuro le viene dato dal cobalto. La vitamina B12 e l’acido folico hanno una relazione particolare nel lavoro di divisione cellulare. La vitamina B12 è conosciuta come “la vitamina energizzante” (nei soggetti carenti, stressati, stanchi o convalescenti). Non può essere prodotta sinteticamente ma deve essere coltivata, come la penicillina, su colonie di batteri o muffe. Le proteine animali sono l’unica fonte in cui la vitamina B12 è presente naturalmente nei cibi in quantità sostanziale.


La vitamina B12 è necessaria al normale metabolismo del tessuto nervoso e partecipa al metabolismo delle proteine, dei grassi e dei carboidrati. E’ strettamente collegata all’azione di quattro aminoacidi, dell’acido pantotenico e della vitamina C. Contribuisce anche a una migliore funzione del ferro nell’organismo e aiuta l’acido folico nella sintesi della colina. La B12 aiuta nel fissaggio della vitamina A nei tessuti dell’organismo, assistendo il carotene nel suo assorbimento o conversione in vitamina A. Assiste anche nella produzione di DNA, il materiale genetico del corpo.

Assimilazione ed immagazzinamento

La vitamina B12 viene preparata per l’assorbimento da due secrezioni gastriche. Viene scarsamente assorbita dal tratto intestinale, a meno che il “fattore intrinseco,” un enzima della mucoproteina, non sia presente. Reazioni autoimmuni nel corpo si possono collegare al fattore intrinseco e possono impedire l’assorbimento di vitamina B12. Lo stesso fattore intrinseco, può non essere prodotto poiché la reazione autoimmune ne impedisce la produzione alle cellule. Anche le operazioni chirurgiche allo stomaco ne impediscono l’assorbimento e rendono necessaria la somministrazione con iniezioni o losanghe.
La vitamina B12 deve essere combinata con il calcio durante l’assorbimento per dare adeguati benefici all’organismo. La presenza di acido cloridrico aiuta l’assorbimento della B12 somministrata oralmente e una tiroide che funzioni adeguatamente contribuisce ad un migliore assorbimento di vitamina B12. Le persone che hanno problemi di assorbimento della vitamina B12, come per esempio quelle che soffrono di asma allergica, possono utilizzare le losanghe da piazzare sotto la lingua o le iniezioni.

Dopo l’assorbimento, la B12 è legata alla siero proteina (globulina) e viene portata dalla corrente sanguigna ai diversi tessuti. Le più alte concentrazioni di vitamina B12 sono riscontrate nel fegato, nei reni, nel cuore, nel pancreas, nei testicoli, nel cervello, nel sangue e nel midollo osseo. Tutti questi organi del corpo sono collegati alla formazione dei globuli rossi.
Molte persone non riescono ad assimilare la vitamina B12. La
reale quantità di B12 assorbita dipende dal fattore intrinseco. Se il fattore intrinseco è assente può manifestarsi l’anemia perniciosa. Quando l’assunzione è bassa, dal 60 all’80% di vitamina viene assorbita. Quando le dosi assunte sono alte, l’assorbimento cala al 50-10%.

L’assorbimento di B12 è migliore quando essa viene distribuita in diversi pasti anziché in uno solo. L’assimilazione della B12 sembra decrescere con l’età e con carenze di ferro, calcio e B6: l’assorbimento aumenta durante la gravidanza. L’uso di lassativi impoverisce la riserva di vitamina B12. La vitamina B12 viene distrutta dal calore in soluzioni acide o alcaline.

Per la sua stretta correlazione con l’acido folico, un’associazione delle due vitamine potrebbe portare beneficio in molti casi. Gli alimenti che la contengono sono il pesce, i derivati del latte, le interiora (soprattutto reni e fegato), le uova, il manzo e il maiale. Invece il tofu, la spirulina, i semi, i lieviti e i cereali non sono buone fonti. E’ essenziale consumare alimenti che contengano anche acido folico in quantità equilibrate. (vedi più avanti l’acido folico). Una ricerca approfondita ha dimostrato che le alghe e i prodotti a base di soia fermentata non contengono vitamina B12 utilizzabile.

Dosaggio

La richiesta nell’uomo è minima ma essenziale. La dose giornaliera raccomandata di vitamina B12 è di 2 microgrammi per gli adulti e i giovani. Durante la gravidanza bisognerebbe aggiungerne 0,2 mcg e durante l’allattamento 0,6 mcg al giorno. I bambini da uno a tre anni hanno un fabbisogno di 0,7 mcg, dai 4 ai 6 anni di 1,0 mcg, e dai 7 ai 10 anni 1,4 mcg. I neonati sino a sei mesi dovrebbero assumerne 0,3 mcg e da 6 mesi a 1 anno, 0,5 mcg. E’ importante assumere quantità equivalenti di folato.

La somministrazione di acido folico in caso di carenza di vitamina B12 può causare paralisi neurologica e un danno nervoso permanente. Una dieta vegana di solito povera di vitamina B12 e alta in acido folico, il che può mascherare una carenza di vitamina B12; in questo caso è consigliabile un’assunzione quotidiana di dosi da 5 a 50 mcg. La vitamina B12 è presente quasi esclusivamente in prodotti di origine animale. I vegetariani che consumano anche le uova non dovrebbero manifestare carenze, gli altri dovrebbero prendere degli integratori. Le iniezioni per via endovenosa possono causare problemi alla pelle che spariscono nell’arco di una o due settimane. Dosi da 500 a 1000 mcg possono essere somministrate sotto forma di losanghe da sciogliere sotto la lingua.


Effetti da carenza e sintomi

Alle persone carenti di vitamina B12 di solito mancano una o più secrezioni gastriche necessarie per il suo assorbimento. E’ comunque dimostrato che la popolazione è generalmente carente. I sintomi della carenza di vitamina B12 possono impiegare dai 5 ai 6 anni per manifestarsi, dal momento in cui il rifornimento dell’organismo da fonti naturali è stato diminuito. Solo uno specialista invece è in grado di riconoscere la carenza di vitamina B12 quando ci sia anche carenza di acido folico. Entrambe le carenze infatti ostacolano lo sviluppo delle cellule ematiche a crescita rapida nel midollo osseo, una disfunzione che causa anemia dei grandi globuli rossi. Talvolta le carenze di vitamine B12 e folato vengono indotte nei malati di cancro per rallentare lo sviluppo rapido delle cellule.

Un difetto delle molecole che trasportano la B12 dal sangue ai tessuti può causare una carenza, anche quando nel siero è presente un buon livello di vitamina B12. Può essere anche il risultato dell’infestazione dell’intestino da parte del verme solitario Batriocefalo lato o di un carico eccessivo di batteri nello stomaco o nell’intestino.
I sintomi di una carenza iniziano con cambiamenti nel sistema nervoso, come ad esempio debolezza e dolore alle gambe e alle braccia, diminuzione dei riflessi e della percezione sensoriale, difficoltà nel camminare e nel parlare (balbuzie), spasmi muscolari, perdita della memoria, debolezza e stanchezza, disorientamento, perdita del tatto o minore percezione del dolore che si manifesta con diversi sintomi e intensità. Anche il bruciore alla bocca è stato attribuito ad una carenza di vitamina B12.

Si è riscontrato che una carenza di vitamina B12 causa al cervello un disturbo simile alla schizofrenia. Questo danno cerebrale può essere rivelato dai seguenti sintomi: bocca dolente, intorpidimento o rigidità, dolori acuti, formicolio o sensazioni di caldo e freddo. La carenza di vitamina B12 si manifesta anche con nervosismo, neuriti, cattivo odore del corpo e disturbi mestruali. Se tale carenza non viene diagnosticata agli stadi iniziali, può sfociare in un deterioramento mentale permanente e in paralisi. Quando i sintomi divengono gravi, non cercate di curarli voi stessi.

Si sente talvolta dire che tutti i lieviti alimentari -incluso il lievito di birra-, il germe di grano, le alghe, il tempeh, il miso e i cibi biologici non accuratamente lavati conterrebbero quantità adeguate di B12.

Tutti i dati scientifici disponibili ad oggi dimostrano che ciò non è vero: tali cibi non contengono affatto Vitamina B12, oppure contengono delle sostanze analoghe ma biologicamente inattive per l'organismo umano; oppure ancora contengono Vitamina B12 attiva, ma in quantità del tutto inadeguata e per di più molto variabile (es. alcune alghe possono contenere quantità di B12 che variano a seconda della loro provenienza).

Da quanto fin qui detto si potrebbe concludere che la carenza di questa Vitamina è un problema che riguarda solo i vegani e non i vegetariani, poiché questi ultimi consumano anche latte e uova, buone fonti di B12. Purtroppo ciò non è sempre vero.

Esiste infatti una notevole variabilità di consumo di prodotti animali anche in una dieta vegetariana. Ci sono vegetariani abituati a consumare latte ogni mattina, formaggio in ogni pasto e magari una media di un uovo al giorno tra frittate e prodotti che contengono uova (pasta, dolci, salse, etc). Questi vegetariani probabilmente assumono quantità più che sufficienti di questa Vitamina, a meno che non abbiano problemi di assorbimento (che possono essere congeniti o dovuti ad es. ad intolleranza al glutine o altre patologie dell'apparato gastrointestinale, presenti anche negli onnivori

Di seguito riporto un elenco di prodotti presenti sul mercato italiano addizionati di B12 e/o di altri micronutrienti utili nella dieta vegana.

A parte dove specificato diversamente, i prodotti sono del tutto privi di derivati animali, almeno stando agli ingredienti indicati sulla confezione.

L'unico prodotto privo di B12 inserito nella tabella è il latte di soia della Valsoia addizionato di Calcio e vitamina D3 che a rigore, non è un prodotto compatibile con una dieta vegetariana o vegana in quanto contiene tracce di gelatina animale e potrebbe essere sintetizzata a partire da derivati animali. Il prodotto è comunque segnalato in quanto si tratta di uno dei pochi latti di soia disponibili sul mercato addizionati di vitamina D in quantità significative.

I dati di questa tabella dimostrano che è possibile ottenere l'RDA per la vitamina B12 utilizzando diversi prodotti fortificati nel corso della giornata (p.e. cereali e succhi di frutta o latte di soia la mattina e un hamburger vegetale la sera), tuttavia a lungo andare potrebbe risultare poco pratico dover utilizzare tutti i giorni determinati alimenti fortificati per assicurarsi un apporto sufficiente di B12.

Un'ultima nota: oggi la vitamina B12 utilizzata in integratori o prodotti alimentari arricchiti è quasi sempre di origine sintetica e pertanto si può essere ragionevolmente tranquilli sulla compatibilità di prodotti fortificati, anche se non inclusi in questa lista, con l'alimentazione vegana e vegetariana.

Riporto anche da sito www.scienzavegetariana.it l’elenco degli integratori di vitamina b12 disponibili in Italia

La vitamina B12 è molto labile e sensibile al calore ed alla luce. Si raccomanda quindi di conservarla in frigo nel contenitore originale (di plastica o vetro opachi).

Farfrittata dolce


Emossione la mia personale prima ricetta!

Allora, il titolo dice tutto o quasi: è una farfrittata(*) ma è dolce.
L'idea mi è venuta una domenica mattina di fine novembre, avevo fame e volevo fare una colazione abbondante! Il problema era: con cosa? Dato che il frigo era mezzo vuoto e iniziare la giornata con verdura non mi ispirava molto ho pensato di farmi una farinata, e avendo voglia di dolce ho sperimentato!
Il primo esperimento è fallito miseramente perchè distrattamente ho semi-carbonizzato il tutto, al secondo tentativo ci sono riuscita!
La ricetta è semplicissima: 4 cucchiai di farina bianca, latte di soia aromatizzato qb, uvette, banana e fichi secchi a piacere.
Prima di tutto ho fatto la pastella, non troppo liquida e non troppo pastosa, con farina e latte di soia, poi ho tagliato mezza banana e 3 fichi a cubetti. Quindi ho messo il mio inseparabile wok sul fuoco, versato un filo d'olio di girasole, aggiunto la frutta ed infine la pastella, mescolando per distribuire uniformemente i pezzettini. Ho cotto bene un lato, poi l'altro e infine GNAMMETE!


(*) Farfrittata = Simil frittata di farina, prevalentemente ceci.